Si apprende dalla stampa che, è stato approvato un nuovo Decreto regionale, da parte della Struttura commissariale della Regione Calabria, più specificatamente il DCA 102 dell’11.7.2017 che ha ad oggetto: “Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) – modifica e integrazione DCA 81/06 – Allegato 4 requisiti minimi per l’autorizzazione e l’accreditamento – modifica e integrazione DCA 15/2016 nella definizione della tariffa massima regionale per le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)”.
La cosa ci lascia alquanto perplessi e sbalorditi, per le modalità con le quali si è arrivati alla stesura ed infine alla successiva approvazione di un documento di così importante portata, anche per le conseguenze correlate alla sua approvazione.
Ci lascia inebetiti come mai una Struttura commissariale non abbia adottato tutte le necessarie ed obbligatorie procedure, visto il tenore e le tematiche del provvedimento adottato, di informazione e concertazione delle organizzazioni sindacali di categoria, prima della adozione dello stesso provvedimento. Il DCA 102/2017 infatti, interviene nelle tematiche riguardanti il lavoro (organizzazione del lavoro, distribuzione dei carichi di lavoro e competenze ecc.) del personale delle strutture accreditate, e tale argomento riveste precipuo argomento sottoposto appunto, alla consultazione con il sindacato; cosa che non è stata fatta, violando di fatto quanto stabilito dalle normative vigenti circa le relazioni sindacali.
In tal senso questa Organizzazione sindacale si riserva di adire l’Autorità giurisdizionale (Giudice del Lavoro), per denunciare il comportamento antisindacale dell’Organismo de quo, ed annullamento dell’atto.
Dalla lettura del documento di cui si tratta, si rileva la sostanziale riduzione del personale sanitario (medico, infermieristico, della riabilitazione e di supporto) nella dotazione organica delle strutture assistenziali delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per gli anziani. Questo sta a significare un vero e proprio “attentato alla vita dei soggetti più deboli” (persone non autosufficienti e per tale motivo più bisognevoli di cure sanitarie e socio-sanitarie-riabilitative al fine di “salvaguardare la stabilità clinica ed impedire e/o rallentare il deterioramento ed il decadimento delle funzioni presenti, con conseguente limitazione dei ricoveri ospedalieri” che, attraverso la riduzione del fabbisogno necessario dei “minuti di assistenza”, rischieranno di non avere garantito il minimo necessario, che già oggi in alcuni casi era già di per sé poco.
Noi non ci stiamo!!!
E’ necessario garantire i soggetti che in qualità di cittadini hanno dato il loro contributo alla Nazione, e quest’ultima oggi, non può e non deve relegare gli stessi come un “residuo di lavorazione” che oggi in quanto non più “produttivi” non servono più e dunque possono essere “accantonati”. Noi sosteniamo con forza i più deboli, come i soggetti anziani ed i portatori di handicap che loro malgrado, sono spesso lasciati ai margini della società!
Questo comportamento da parte della Struttura commissariale è inaccettabile e noi lo combatteremo con forza ed in tutte le sedi.
Difendiamo inoltre i lavoratori, sempre più sfruttati e sottoposti ad un continuo stress psico-fisico e proprio per tale motivo, non garantiti da un lavoro che richiede attenzione e serenità in modo da operare in tutta sicurezza. Nelle condizioni in cui viene posto il fabbisogno di personale nel DCA 102/17, non ci sono di fatto le condizioni tali per operare in condizioni professionali, tenuto conto che per un modulo di 20 posti letto sarebbero necessari 2,5 unità di personale infermieristico giornaliere. Totalmente assurdo!!!
In tali condizioni, sarà imminente la riduzione del personale necessario nelle varie strutture sanitarie della Regione, con licenziamenti generalizzati. Di converso aumenteranno i ricoveri, in condizioni di precarietà, dei soggetti anziani, negli ospedali pubblici, con un marcato aumento della spesa sanitaria regionale.
Ma entriamo nel merito dell’analisi del testo.
La definizione del fabbisogno delle risorse infermieristiche/educative e della riabilitazione, come anche quello del personale di supporto, puntualmente riportato nei requisiti organizzativi regionali per l’accreditamento delle strutture pubbliche e private ( DCA 102 del 11 luglio 2017) a firma del Commissario per piano di rientro Ing. Massimo Scura, non rappresenta sicuramente un elemento essenziale e di novità, quale punto di partenza e qualificante per un’organizzazione più efficace ed efficiente.
Di fatto, i minuti tempo dedicati all’assistenza su pazienti così particolari e con dipendenza elevata, definiti nel DCA n. 102/2017 sono così in ribasso che non rispondono alla domanda di sicurezza dei pazienti, dell’ appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate.
In relazione alla definizione dei requisiti minimi organizzativi per il personale infermieristico/educativo, della riabilitazione e di supporto , è necessario preliminarmente far presente che la definizione del fabbisogno assistenziale è mutuabile dalla letteratura, in particolare dal rapporto “ To Erri s Human” dell’Istituto of Medicine” che ha documentato come errori anche nel calcolo per la definizione del personale siano la causa diretta del decesso nelle strutture sanitarie pubbliche e private di diverse migliaia di pazienti all’anno.
Di recente, un ulteriore studio internazionale RN4 ( Progetto Nurse forecasting) su "I livelli di staffing e le cure mancate, ha avviato un preciso e particolareggiato dibattito sul “nurse-topatient ratio” ottimale, ovvero quale debba essere il numero, certamente non quello previsto dal DCA 102/2017, di pazienti per ciascun infermiere presente nelle strutture sanitarie necessario per minimizzare il rischio che una situazione di “ understaffing” sia causa diretta di mortalità e di eventi avversi.
Pertanto per definire i requisiti minimi organizzativi di accreditamento è fondamentale coinvolgere, le organizzazioni sindacali, come anche le categorie di riferimento.
Di fatto, non si comprende come in soli 45 minuti giornaliere un’ infermiere dovrà garantire tutta l’assistenza ad un paziente non autonomo, inoltre si evidenzia la criticità e la superficialità con la quale il DCA 102/2017 nel definire i minuti assistenza ha tenuto conto solo dell’attività diretta sul paziente, con esclusione dal calcolo anche del tempo necessario per le attività indiretta, e dell’ organico integrativo.
Altro elemento da tenere in considerazione riguarda la carenza di personale di supporto che costringe il personale infermieristico ad attività improprie.
L’introduzione negli ultimi anni di norme regionali sull’accreditamento, hanno provocato un abbassamento di guardia nella gestione del rischio clinico.
Sarebbe opportuno, invece, ispirarsi anche ad una formulazione diversificata che più risponde ad una corretta valutazione del fabbisogno del personale infermieristico/educativo, della riabilitazione ed OSS, che tenga conto appunto della effettiva potenzialità lavorativa in considerazione delle molteplici variabili che possono ridurre il tempo lavoro (maternità, part-time, permessi vari, idoneità con limitazioni per motivi di salute, ferie, aggiornamento, malattia, riposi compensativi), “PERSONALE INTEGRATIVO
Inoltre, per il calcolo del fabbisogno relativo alle attività indirette, cosa che il DCA 102/2017 non ha tenuto conto, si possono adoperare numerosi sistemi formali ed informali validati scientificamente, che confermano, guarda caso i 45 minuti pazienti/h24 solo ed esclusivamente per le attività indirette, ovviamente a questi bisogna aggiungere quelle dirette e del personale integrativo, cosa che il DCA 102/2017 non ha considerato.
E’ evidente, che il requisito minimo organizzativo previsto dal DCA, non può essere preso come riferimento per la definizione delle dotazioni organiche , poiché pericolose per la salute dei pazienti e del personale in generale.
COMUNICATO STAMPA DELLA FP CGIL E DELLA CGIL CAMERA DEL LAVORO CATANZARO/LAMEZIA