Cento anni da quando si e' deciso di dedicare una giornata alle donne
Lunedì 06 Marzo 2017
Quest'anno, in un momento di profonda crisi economica e sociale, si celebreranno cento anni da quando si E' deciso di dedicare una giornata alle donne. In un momento in cui diritti, tutele e protezione sociali vengono drasticamente ridotte, il problema di genere sembra riproporsi con sempre più forza. Gli indicatori di tale criticità sono diversi uno dei quali è la differenza salariale. Se notevoli passi in avanti sono stati fatti rimane forte il pregiudizio culturale, così come il ricatto di precarietà inserito dal Job Act. In tale direzione diviene indifferibile affrontare tecnicamente, e non solo teoricamente, il nodo della conciliazione tra lavoro e tempi di vita della donna impegnata, oggi più che mai ed anche in riferimento all'assottigliamento del welfare, nel lavoro di cura , di assistenza e di supporto alla famiglia. Festeggiare la donna ha poco senso se non si affrontano i problemi legati alla realizzazione completa dei propri diritti, senza cadere nel femminismo di facciata.
In questi giorni, ed in tale ottica, come categoria , la Flai, stiamo lavorando al rinnovo dei contratti provinciali del settore agricolo. Appuntamento importante che deve essere vissuto con la forte consapevolezza che attraverso la contrattazione possiamo e dobbiamo migliorare la condizione di lavoro di donne e di uomini, in un settore in cui la presenza femminile tocca alte percentuali.
Le tematiche inerenti il mercato del lavoro non possono far passare in secondo piano l'emergenza sociale della violenza perpetrata, quotidianamente e sistematicamente,nei confronti delle donne. I dati allarmanti impongono che, nell'agenda delle cose da fare, il femminicidio (perchè di questo si tratta)debba essere affrontato immediatamente e senza ulteriori indugi lavorando sia sul piano culturale, attraverso la mitigazione della percezione patriarcale della società, sia sul piano legislativo che non si indirizzi esclusivamente a misure repressive (necessarie) ma che contempli un sistematico orizzonte preventivo sviluppando ed investendo sui centri antiviolenza.
Rimanendo sul sociale è necessario rivedere la legge sull'aborto al fine di porre freno alle lunghissime liste d'attesa che indirizzano le donne a ricorrere a cliniche private e costose ed, in estrema ed atroce ratio, alla pratica degli aborti clandestini. Una legge che regolamenti in modo chiaro e definitivo l'impossibilità dell'obiezione di coscienza, in una professione così delicata come quella sanitaria.
Come Cgil pensiamo che i due quesiti referendari sui voucher e sugli appalti, sui quali l'intera Flai Calabria è pienamente impegnata e mobilitata, possono, anche in questo contesto, garantire la conquista di diritti, tutele e dignità.
Allora diviene necessario che in una società che si dice moderna come la nostra ci sia la consapevolezza che la donna abbia il giusto riconoscimento come essere vivente, come lavoratrice, come madre, come compagna insomma come DONNA.
Catanzaro 6 Marzo 2017
Caterina Vaiti
Segretario Regionale
Flai Calabria