CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO - CALABRIA
Riflessioni sulla Sanità di Antonio LEVATO

Mercoledì 23 Novembre 2011
Cgil Calabria
Sono solo dei cialtroni. Pronti a prendersela contro vecchi, malati, poveri, facendogli pagare un sovrappiù alla loro sofferenza. Hanno da tempo messo il biglietto d'ingresso ai pronto soccorso come nei cinema o nelle latrine delle stazioni, e trasformato i luoghi di cura in aziende con bilanci in perdita. Con primari a fare i capi del personale e gli infermieri gli operai alla catena di montaggio. Si sa, l'invettiva è segno d'impotenza, ma la cialtroneria è la vanità esercitatacon l'umiliazione di masse di cittadini che pagano tre volte un sistema sanitario inefficiente. Pagano con i contributi, con le tasse e i tributi un sistema che non li cura. Li umilia. Bisogna risanare i bilanci, bisogna rientrare dal debito, dicono i cialtroni. E non manca chi ci crede. Vanno a prendere i soldi dai più deboli e dai più vulnerabili. Mentre con l'evasione fioriscono ricchezze immense che si moltiplicano col debito pubblico. Demoliscono in tal modo non già lo stato sociale ma semplicemente lo Stato, inteso come servizio dovuto ai cittadini. Lo fanno per rendere efficienti i servizi resi ai cittadini, dicono. In verità per imbarbarire la vita e la società. Ma forse li sopravalutiamo nella loro cialtroneria. I calci che danno in faccia alla povera gente si spiegano molto più facilmente. Governatori, ministri, assessori, uomini di potere, onorevoli e poco onorevoli, non hanno mai passato una notte in ospedale, non hanno mai visto un pronto soccorso, nè di notte nè di giorno, non hanno mai fatto la coda per un esame, una visita o un ricovero. Lorsignori hanno le corsie preferenziali, i denari per le cliniche di lusso in Italia e all'estero. Devastano la sanità, azzerano il fondo per la non autosufficienza e poi, da buoni cristiani, appaltano la sofferenza ai preti di buona volontà. E se questi non bastano, d'ora in avanti, al buon cuore dei volontari, giacchè pure le cooperative sociali sono costose per i bilanci. Non è la cattiveria nè il cinismo che li muove. No. E' la cialtroneria. Se non fosse così, prima di menare calci avrebbero la grazia di levarsi le scarpe. Invece le calzano pesanti, procedendo senza scrupoli per ordinanze, ultimatum, decreti. Non passa giorno senza una brutta notizia dalla sanità, senza l'annuncio d'una misura per il rientro dal debito, quasi fosse l'incedere della marcia trionfale o l'annuncio d'un brindisi ( magari alla salute di qualche nuovo affare). Una storia lunga di anni, un arbitrio consolidato nel tempo. Salvo qualche brevissima parentesi, da parte di governi nazionali e regionali. Purtroppo, nell'assenza della protesta della gente. Rassegnata e avvilita, prostrata dalla fatica quotidiana di far fronte al dissesto della sanità e dell'assistenza sociale, ma non per ciò meno indignata. Un generale senso di ingiustizia che da sempre, cristianamente parlando, grida vendetta davanti al cielo. Solo che lì il frastuono delle grida e delle implorazioni hanno assordato Dio. Perciò, a questo punto, bisogna inventarsi qualcosa. Un tempo per farsi ascoltare s'impugnavano i forconi o si bruciavano i municipi. Ora i tempi sono cambiati. Si sale sulle gru, si minaccia di buttarsi dalla ciminiera, ci si reclude nell'isola dell'Asinara. Ma si continua a non essere ascoltati. Siano perciò benedetti quanti, associazioni, cittadini, sindacati e altri, cominceranno a dare voce robusta al diritto alla salute. Perchè il Governo che verrà senta che così non può durare.
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