CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO - CALABRIA
I valori dell''Auser per una Italia unita

Mercoledì 16 Marzo 2011
Cgil Calabria
L'Auser è una associazione di volontariato e di promozione sociale; in quanto tale a qualcuno potrebbe risultare estranea, incongrua alla sua missione, la celebrazione dell'Unità d'Italia. Viceversa pensiamo che proprio l'associazionismo ed il volontariato affondino le loro radici nel sentimento unitario nazionale. Con questa iniziativa intendiamo recuperare con fierezza ed orgoglio quel sentimento, riscoprire e valorizzare le ragioni dell'unità come fonte di coesione sociale, come fonte di avanzamento economico e sociale di tutta la nazione, del Nord e del Sud. La storia di questi 150 anni è la storia di una società civile che si è mobilitata per fare quell'Italia disegnata dall'art. 3 della Costituzione Repubblicana, per fare l'Italia dell'impegno volontario e solidale secondo gli artt. 2 e 18 della stessa Costituzione. Il volontariato che il cittadino promuove e realizza con lo spirito della donazione, della gratuità e della solidarietà, è un valore ed una espressione concreta che ha segnato la storia passata e recente e rimane, ancora oggi, un valore prezioso e un sentimento assai diffusi nel popolo italiano, senza differenze significative tra le diverse aree geografiche. Basti fare riferimento all'ultima indagine Doxa; i dati di questa indagine segnalano che ben il 44% degli italiani adulti nel 2010, nonostante la crisi, ha fatto una donazione ad associazioni di volontariato o a ONG per una ragione di solidarietà. Basti fare riferimento alla prontezza e al grande numero di volontari che accorrono da ogni parte del Paese per aiutare e soccorrere le popolazioni nelle zone colpite da calamità naturali. Basti fare riferimento ai tantissimi volontari che ogni giorno intervengono ad aiutare le persone in difficoltà, dai non autosufficienti agli immigrati. Una storia lunga e intensa che comincia con i giovani del Risorgimento che, con l'atto più estremo, generoso e solidale del dono di sè, della propria vita, hanno fatto l'Italia. Forse sta in questa radice il carattere non filantropico e caritatevole del volontariato italiano che si distingue per la sua capacità di costruire legame sociale, coesione, relazioni tra le persone, tra queste e le comunità. E' per questo che oggi avvertiamo maggiormente la pesantezza e il rischio che le iniziative e le attività del volontariato siano vanificate da una versione del federalismo che stravolge il contenuto più attuale e vivo dell'Unità Nazionale. Il volontariato non può essere l'agente che interviene a curare le ferite che qualcun altro, in modo irresponsabile, produce. I servizi sociali sono stati fortemente ridimensionati. Il Fondo per la non autosufficienza è stato azzerato: 400 milioni da quest'anno non ci saranno più. Nessuno ne parla. Cosa potrà fare il volontariato? La mancata definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza e dei Livelli Essenziali di Prestazioni unitamente alla mancanza di un fondo perequativo fanno sì che le Regioni più povere non abbiano alcuna risorsa per garantire le prestazioni socio-assistenziali. Se oggi l'unità del Paese è a rischio non è per il divario di reddito, di infrastrutture, di occupazione. L'unità del Paese è a rischio perchè è a rischio l'unità di un welfare eguale per tutti i cittadini, dall'estremo nord all'estremo sud. L'unità del Paese è a rischio per la mancanza di futuro delle nuove generazioni. Se oggi c'è una differenza di fondo e facilmente individuabile tra quel momento fondativo dell'Unità d'Italia ed il presente sta proprio in questo: allora ci fu chi pensò, progettò, costruì il futuro dell'Italia; oggi, s'avverte la mancanza di una visione, di un pensiero capaci di coinvolgere le nuove generazioni attorno al disegno di un futuro per loro e per l'Italia. Viviamo in un mediocre presente; con una battuta amara si potrebbe dire che abbiamo un futuro alle spalle. Condividiamo profondamente quanto ha di recente affermato il Presidente della Repubblica Napolitano: “L'Unità fece entrare l'Italia nell'era della modernità” . L'Unità, infatti, rese gli italiani cittadini, li sottrasse alla teocrazia e li fece uscire da una società castale. Certo non tutto quanto seguì corrispose alle aspettative dei padri dell'Unità e ancora oggi s'avvertono i segni di problemi già allora presenti. Ma, come sostiene ancora il ns. Presidente della Repubblica, l'Italia senza l'unità sarebbe stata poca cosa e le sue macro-regioni, già allora evocate e invocate, sarebbero state solo dei frammenti impotenti e irrilevanti nel mondo. Se l'Italia, nonostante tutto, è oggi una potenza industriale è grazie a quel processo fatto di diplomazia, di pensiero politico di azione e iniziativa sul campo che culminò con l'Unità. Molte questioni, a 150 anni da quell'evento, sono ancora aperte: fra queste la debole laicità dello Stato, la questione meridionale, l'assetto istituzionale o federalismo. Quest'ultima rischia di essere deflagrante. Noi però siamo ottimisti. Il popolo italiano è un popolo con molti difetti, alcuni anche gravi. Ma sempre, ai tornanti della storia, il popolo italiano ha ritrovato sè stesso, la sua unità, la sua generosità, incrociando le aspirazioni di minoranze, che sempre hanno riscattato il suo onore. E' stato così con l'Unità, con la Resistenza, con la Repubblica. Lo sarà ancora una volta. Viva l'Italia Unita. Antonio Levato Presidente Auser Calabria Auser della Calabria 15 marzo 2011 – Lamezia Terme “I valori dell'Auser per una nuova Italia Unita” Intervento di Roberto Mosi, coordinatore Auser per l'Educazazione degli Adulti Ringrazio per l'invito a partecipare a questa iniziativa dell'Auser della Calabria per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Da parte mia vi propongo di soffermarci sul modo nel quale la nostra Associazione celebra in molte manifestazioni in corso in tutto il Paese, questa ricorrenza. E' utile premettere che Auser ha un'ampia articolazione, con la presenza nelle diverse regioni, dal Friuli – Venezia Giulia alla Sicilia, di oltre 1500 associazioni affiliate, con 300 mila soci; di questi, 40 mila persone costituiscono il nucleo dei volontari. Quali sono i caratteri che ci distinguono? La nostra scelta di stare insieme come associati, è una scelta di cittadinanza attiva, esercitata in particolare attraverso la pratica della solidarietà. Questo impegno trova, nei territori dove vivono le comunità, il terreno concreto di applicazione. Praticare la solidarietà vuol dire per noi alimentare le relazioni interpersonali e la coesione di comunità. Le associazioni Auser operanti nelle varie comunità, costituiscono il cuore ed il motore dell'intero sistema associativo; ne interpretano le scelte valoriali adattandole ai bisogni emergenti nelle diverse realtà territoriali, con una capacità di sperimentazione, creatività, innovazione che è elemento distintivo della nostra identità. Auser si colloca nel Terzo Settore con una vocazione specifica: la proposta dell'invecchiamento attivo. Questa vocazione si apre al dialogo intergenerazionale come momento di una più vasta ricomposizione comunitaria. Riguardo ai contenuti dell'invecchiamento attivo, si deve aver presente la socializzazione, l'apprendimento e promozione di corretti stili di vita, la solidarietà con le persone, le comunità, gli immigrati, la solidarietà internazionale. L'intreccio tra i diversi settori di attività è un altro elemento identitario. Torniamo dunque a considerare l'impegno di Auser per ricordare il 150° anno dell'Unità d'Italia, partendo da quelli che sono i suoi caratteri diffusi, ora richiamati. Propongo di compiere un viaggio ideale, come del resto io ho fatto raccogliendo notizie, cercando sulle pagine internet, intervistando alcuni dei protagonisti. Posso dire che sono molte le iniziative in tutta Italia - come quella che si svolge stamani a Lamezia Terme - con la partecipazione di un ampio numero di aderenti impegnati nelle diverse attività che compongono il nostro mondo; sono iniziative che insieme al carattere celebrativo tendono ad affermare il valore dell'Unità nazionale e del patto costituzionale che è alla base della nostra convivenza civile. Sono diffusi gli accenti per dare vita ad incontri effettivi di conoscenza critica delle vicende che compongono il tessuto storico del periodo trascorso, specie per quanto riguarda le questioni più vive per il nostro Paese, ad iniziare dalla questione meridionale. Nel Viaggio che vi propongo, gli incontri più numerosi sono quelle che vedono conferenze, corsi proposti sull'Unità d'Italia, realizzati dalle Università popolari e dai Circoli culturali che aderiscono a Auser. Le Università sono nel Paese, 108. I Circoli, ossia le strutture di animazione locale “dal basso”, 427. Possiamo assumere come una delle iniziative emblematiche, quella promossa dall'Università Libera Auser di Paola, che presenta nel programma annuale, fra i corsi di cultura generale, un corso su i “150 anni”, accompagnato da un approfondimento critico affidato ad un Convegno che si terrà in questa primavera: “Questione meridionale e brigantaggio”. Il centro educativo di Paola è fra i più eminenti nell'ambito dell'esperienza nazionale Auser, con un impegno costante rivolto – come si legge nella prima pagina del programma dei corsi – ad “Unire Culture e Generazioni”. A questo riguardo, infatti, è a tutti noto l'appuntamento annuale che si tiene da anni, nell'estate, a Paola sul tema dell'emigrazione/immigrazione, un'occasione di incontro fra le culture, la musica, i giovani provenienti da ogni angolo del Mediterraneo. Continuiamo questo viaggio seguendo alcune tappe della mappa dell'impegno delle associazioni Auser nel nostro Paese, per la festa dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Un primo dato: emerge un interesse diffuso di conoscenza da parte dei soci e un vero e proprio entusiasmo da parte di coloro che organizzano le iniziative, a cominciare dai volontari del settore UniAuser, i soci impegnati più direttamente nel campo della cultura e dell'apprendimento permanente. Abbiamo colto la volontà di non limitarsi alla sfera della propria associazione, ma di suscitare azioni più generali che investono altre associazioni, istituzioni, per ritrovare il senso e le radici - in maniera consapevole e con vaglio critico – di valori da condividere, come quello dell'unità e della coesione nazionale. A Botticino, Brescia: “Abbiamo bisogno di una nuova idea di patria costruita sull'informazione, su una consapevolezza critica delle ragioni del'unità nazionale – ci ha detto Jolanda Barbieri responsabile per la “Terza Università della Libera Età”, Auser di Botticino (Brescia), del progetto Unità d'Italia, “un progetto a costo zero.” L'ho raggiunta per telefono alla sede dell'Auser, mentre era in corso una riunione animata del gruppo di lavoro, composto da dieci persone. “Molti di noi sono di origine meridionale, abbiamo esperienze diverse, ma ci accomuna l'idea di vedere il tema in profondità, di pensare a strumenti che ci orientino nel momento difficile che stiamo vivendo.” Tre idee, che trovo brillanti, animano il progetto. Il gruppo ha individuato venti libri che parlano del tema e intorno ad ognuno di essi, promuove incontri “per il tè sul libro del Risorgimento”, nel salotto di casa dei soci che vorranno prendere l'iniziativa. Auser è poi fra i primi promotori, con altre associazioni, del “Comitato per la Bandiera”. E' inoltre in fase di avvio l'intervento con la scuola media locale per costruire azioni teatrali intorno a fatti e personaggi del Risorgimento: l'appuntamento pubblico è per il 2 giugno, festa della Repubblica. Questo aspetto dell'incontro fra le generazioni, è, dunque, un tratto frequente dell'impegno Auser. Ho scoperto sulle pagine web del giornale “La Tribuna di Treviso”, con un certo compiacimento, il programma dell'Università popolare di Treviso: “ Poesia, pittura, musica, concerti, corsi, visite guidate e seminari: Auser lancia una sfolgorante rassegna di iniziative lungo tutto l'anno accademico 2010-2011, attorno al tema «Treviso-Italia»”. Luisa Tosi, presidente dell'Università popolare di Treviso, mi ha illustrato i particolari dell'iniziativa, sottolineando il successo delle prime iniziative e la qualità degli interventi: “La prima fase è iniziata con tre incontri sul cinema, partendo da una rassegna che va da film del primo Novecento a “Senso” di Luchino Visconti, e con l'intervento del prof. Brunetta, storico, dell'Università di Venezia. Vi è stato un afflusso incredibile di pubblico, di molti cittadini fortemente interessati al tema”. L'Università dell'Età Libera del Mugello sta lavorando da tempo intorno al tema dell'Anniversario. Luigi Baggiani dell'Università, mi ha parlato con soddisfazione dell'azione di stimolo, di promozione che Auser ha svolto nella valle del Mugello (Firenze) per un impegno sul tema da parte di comuni ed associazioni. Ora i Comuni del Mugello, in particolare, Barberino e Borgo San Lorenzo, hanno dato vita a programmi di largo respiro, che comprendono manifestazioni, spettacoli teatrali, cinematografici, incontri di riflessione. Le iniziative sono svolte, in più casi, con la partecipazione dell'Università Auser. “Particolare importanza presenta poi – precisa Baggiani – il corso dell'Università, varato per il prossimo semestre, legato a personaggi ed opere della letteratura, che, in questo contesto storico, rivestono un preciso significato”. In Campania Auser sta preparando un programma di particolare fascino. Dalla descrizione di Maria Passalacqua, presidente dell'Ulten, ho colto tratti di originalità: “La figura della donna è poco considerata, è posta come in secondo piano, nella storia dell'Unità italiana. Proprio nella storia di Napoli è possibile l'incontro con figure femminili di rilievo sulla scena degli eventi storici, che hanno dato in seguito vita anche ad azioni di impronta umanitaria, di recupero nell'ambito del sociale. Si lavora intorno a questo tema con la ricerca di notizie, di storie letterarie, di tradizioni, un impegno questo da far valere anche in occasione della festa dell'8 marzo”. Nel programma generale sono gia definite le linee di lavoro legate dunque ad un approfondimento intorno alla storia di Napoli negli ultimi 150 anni, alla ricerca di luoghi e percorsi fisici, musicali, della tradizione. “Niente naturalmente di astratto, ma si tratta sempre di iniziative partecipate che partono dalle esperienze e dalle conoscenze degli anziani, da rivivere – e riflettere – insieme ai giovani, alle scuole, e a quelle che sono le sfide dei problemi di oggi, dalla nascita dell'Europa, alla globalizzazione, alle condizioni del Sud.” La presidente di Auser Puglia, Annamaria Semitaio, mi ha parlato dei corsi sulla storia d'Italia e le vicende del Risorgimento che hanno preparato le associazioni Auser della Puglia. Si sofferma sull'importante iniziativa dell'Università di Cisternino: “E' stato preparato il libro “La corriera delle donne in nero - Piccole storie italiane da Cisternino”, libro che sarà presente al Salone del Libro di Torino dal 12 al 16 maggio, nello stand di Poiesis editrice. Il testo raccoglie storie ignorate dei sopravvissuti dell'8 settembre '43 e testimonianze degli eredi di caduti nella Guerra '15/'18 da cui, attraverso il Laboratorio della Memoria coordinato dalla prof.ssa Gianna Caroli, sono stati tratti brevi racconti che si soffermano su episodi di tragedia o di solidarietà, che hanno trasmesso particolari emozioni. Il libro sarà diffuso nelle scuole e fra le associazioni del territorio: sarà un mezzo per riprendere il filo delle ragioni della libertà e della pace”. Affacciarsi dunque sul mondo delle iniziative Auser per i 150 anni dell'Unità d'Italia, condotte in maniera autonona o insieme ad altri (fra i quali, Spi- Cgil, l'ANPI, in alcune occasioni), dà un senso di conforto e di speranza. Da parte mia, ne ho dato conto in un articolo che compare sull'ultimo numero di “Auserconoscere” (si può leggere il testo sul sito www.auser.it, settore Educazione degli Adulti). Alcune brevi considerazioni nell'ultima parte del mio intervento. Dalle considerazioni che ho potuto raccogliere, emerge l'attenzione che si rivolge al valore dell'Unità della nostra nazione, sorretta dal patto costituzionale fissato dalla nostra Carta fondamentale. Insieme al valore della coesione nazionale, si coglie il valore delle differenze territoriali, da esaltare, coltivare nella visione dell'Unità, senza scadere nei vicoli del localismo. Nella ricerca di un equilibrio fra questi due versanti, in continua, naturale dialettica, si pone l'attenzione per i “nuovi” cittadini, per i “nuovi italiani”, le nuove persone immigrate nel nostro Paese, portatrici anch'esse di diritti e di doveri, nell'ambito di una comunità nazionale che vuole guardare al futuro. Negli incontri ai quali ho fatto cenno, nelle iniziative alle quali si dà vita per i 150 anni dell'Unità d'Italia, emerge la necessità di non rinchiudersi sul versante delle celebrazioni, ma di voler capire fino in fondo, il senso di quello che cogliamo come un valore, di confrontarsi in maniera approfondita, lucida, su i passaggi cruciali della storia nazionale, le questioni irrisolte che pesano sulla difficile vita di oggi del Paese. Appare del tutto evidente l'impegno ad attingere alle fonti della conoscenza, della cultura, di frequentare, in particolare, i percorsi dell'educazione degli adulti. E' questa una dimensione, quella dell'apprendimento permanente, che è sempre più al centro, come nel caso delle iniziative che stiamo considerando, delle attività di Auser, dei progetti per il futuro, specie di quelli legati al tema dell'invecchiamento attivo. L'impegno di Auser nel campo dell'educazione degli adulti è particolarmente rivolto, come sappiamo, a sostenere la domanda di cultura da parte di coloro che meno hanno avuto occasione di accedere al sistema scolastico (“domanda debole”, “domanda inespressa”). Un punto nodale degli approfondimenti dell'incontro di questa mattina – e della discussione di questi giorni – è la “questione meridionale”. Dalle persone che sono intervenute, sono venuti contributi di grande significato. Intendo aggiungere le riflessioni svolte da uno studioso di Lamezia Terme, Mario De Grazia, che compaiono sull'ultimo numero della Rivista fiorentina “Testimonianze”, n. 473-474, dedicato al tema: “Il “mosaico Italia” a 150 anni dall'Unità”. De Grazia chiede, in primo luogo, di ricostruire la vicenda storica del Mezzogiorno in maniera rigorosa: “Rileggere e riconsiderare la storia dell'Unità d'Italia alla luce dei fatti reali che ci hanno riguardato non significa voler condividere o alimentare uno spirito antirisorgimentale o, peggio ancora, antiunitario, ma costituisce un doversoso tributo alla verità e, oserei dire, anche un risarcimento culturale e morale postumo alla gente meridionale perchè possa riappropriarsi, nel bene e nel male, di quel pezzo di storia che la riguarda direttamente.” Il passaggio al tema, oggi molto dibattuto, del federalismo, è immediato: “Ecco perchè occorrerebbe ripartire da un'altra idea di federalismo – sostiene De Grazia - che si coniughi con l'inclusione, il rapporto, la coesistenza e la solidarietà, che allontani da sè il riflesso di una scelta congiunturale ed ambigua legata al bisogno di evitare una qualche deriva separatista minacciata dalla Lega, … che aiuti le parti più povere del Paese a tirarsi fuori dalla marginalità e diventare finalmente coprotagoniste dello sviluppo.” Si può affermare che compiere un viaggio ideale, come quello che ho proposto a voi, nel mondo associativo Auser, impegnato a ricordare e riflettere su i 150 anni dell'Unità d'Italia, sia un po' come compiere il viaggio che quest'estate ha fatto il giornalista Paolo Rumiz, nel Sud con indosso la camicia rossa garibaldina, sulle tracce profonde del mito unitario. Paolo Rumiz è lo stesso giornalista che oggi sul giornale parla del suo viaggio, in questi giorni, nelle terre della Lega del Nord e scorge i segni di una voglia diffusa di “riconquistare” ed affermare negli spazi pubblici delle città, i segni tricolori dell'Unità nazionale. Delle tappe del suo percorso garibaldino, Rumiz dette resoconti periodici sulle pagine del giornale “La Repubblica”, nell'estate passata. Cosa riporta degli incontri con le persone della vita di tutti i giorni che incontra, che cosa riferisce dell'incontro con tante “piccole storie”? “Il viaggio garibaldino ha disvelato che esiste un'enorme fetta di italiani che si riconoscono nel mito unitario, ma si trovano di fronte ad un mondo politico e culturale che non li ascolta.” (Dall'intervista riportata da “Testimonianze”, sopra citata). Molti cittadini, dunque, credono, nonostante tutto, nel “mito”, nell'ideale dell'Unità italiana. Di ritorno da questi viaggi, possiamo dire, portiamo con noi semi di speranza, che meritano di essere coltivati per un futuro diverso.
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