CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO - CALABRIA
FISAC CALABRIA: Banca Intesa! Quale futuro?

Martedì 08 Aprile 2003
Cgil Calabria
Fare una riflessione pacata e distaccata sulla situazione di Banca Intesa certamente non è facile, visto anche il momento particolare che la stessa sta attraversando. Leggere i commenti e le valutazioni della stampa sull'attuale stato del processo di integrazione in atto non è certamente il risultato che l'avv. BAZOLI aveva ipotizzato al momento in cui è stata decisa l'operazione Ambroveneto - Cariplo - Comit. Per chi si ricorda, più ambiziosi erano i progetti ipotizzati, l'obiettivo era quello di costruire una Grande Banca che potesse competere a livello europeo, avendo a disposizione una presenza nazionale tra le più qualificate e capillari sul territorio, e non certamente la velleità di costruire una banca grande solo per competere sul mercato domestico. Quanto scritto dal Sole 24 Ore, riferendo voci tra le meno velenose circolanti in alcuni ambienti, che si è passati "da Banca Universale, a banca dei postini" non è edificante per tutto il personale di questa banca che continua a lavorare esprimendo capacità professionali non irrilevanti; ma è offensivo nei confronti dei lavoratori delle Poste , verso i quali esprimiamo il massimo di rispetto. Ovviamente l'affermazione, pur trattandosi di una battuta, deve far accendere qualche lampadina all'A.D. e al Presidente di questa banca. Non si può sorvolare con faciloneria sul disagio reale che oggi i lavoratori di questa banca vivono. Il sintomo che viene fuori dai dati sulle richieste volontarie di entrare nel fondo esuberi dovrebbe far riflettere un po' di più su come dare maggiore ascolto alla gente che lavora in questa banca. La squadra che si è venuta a comporre attorno all'A.D. non è tutto, se non riesce a trasferire al corpo vivo di questa azienda segnali forti che possano far percepire una reale inversione di tendenza. Questo sino ad oggi non è assolutamente avvenuto. Non basta aver cambiato la squadra del top management per potere affermare di aver trovato il modo giusto di portare a termine un'integrazione difficile, che probabilmente richiederà ancora degli anni perchè non basterà solo un intervento organizzativo, come può essere l'unificazione del sistema operativo. La cultura dell'appartenenza, elemento forte ed aggregante per un'azienda, valore oggi non presente in Banca Intesa, non si costruisce dall'oggi al domani a maggior ragione se viene richiesta da manager invasi da una cultura aggressiva e spregiudicata volta solo al raggiungimento dei risultati più immediati ed in particolar modo a tagliare i costi e che non ci pensa su due volte a cambiare cavallo e posizioni rispetto a quello che propone il mercato oggi. La valutazione che la stampa mette in risalto è che il management attuale di Banca Intesa punta ad una azienda solo con vocazione al retail e quindi al mercato domestico con la sua rete di 3.500 sportelli basato su un sistema unico tanto da renderla simile al sistema poste. Ciò porta a dire che, fermo restando il rispetto nei confronti dei lavoratori delle Poste, non è auspicabile questo obiettivo , così come altrettanto non auspicabile vivere le medesime condizioni che oggi vivono i lavoratori delle poste dopo la cura portata avanti dalla squadra dell'attuale A.D. di Banca Intesa, che avrà pure abbattuto i costi dell'ente poste, avendo dimezzato gli addetti, ma che non ha dato allo stesso quel modello di efficienza che si dice e che non trova riscontro tra l'utenza che pratica giornalmente gli uffici postali, con forti ripercussioni sulle condizioni di lavoro di chi vi opera. I sintomi di cui sopra cominciano ad essere fortemente presenti anche tra la clientela di Banca Intesa e i conseguenti disagi sono presenti tra i lavoratori. Ultima riflessione che non va sottaciuta è che il Top management che dall'inizio e sino ad ieri ha gestito l'operazione in Banca Intesa, si è dimostrato inadeguato e allo stesso tempo spregiudicato tanto da creare le condizioni attuali, lasciando il peso del disagio creato sulle spalle delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che dovranno continuare a lavorare in questa azienda, mentre loro hanno trovato altri lidi dove andar a provocare ulteriori danni. I risultati di bilancio dell'anno 2002 fortemente condizionati dalle scelte drastiche dell'A.D. di fare, comunque del 2003, l'anno di una presunta ripresa, danno un ultimo schiaffo alla voglia dei dipendenti di questa azienda di fare ulteriori sacrifici, così come vengono richiesti, per migliorare la situazione, quando invece si decide comunque di elargire lo stesso dividendo del 2001 ricorrendo anche alla distribuzione di azioni detenute dalla stessa banca, nei confronti di una proprietà che è stata corresponsabile di tutte le scelte sbagliate sino ad ora operate. All'Amministrato Delegato Dr. Passera e al Presidente Avv. Bazoli i lavoratori di questa azienda chiedono segnali chiari di una inversione di tendenza e dicono a voce alta MEDITATE!........ MEDITATE!...... Lamezia Terme 08 aprile '03 La Segreteria Regionale
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